Il tempo-lavoro è, banalmente, il costo orario di una persona all’interno dell’Azienda.
I dipendenti, i collaboratori esterni: tutti loro gravano, concretamente, sul bilancio dell’impresa. Ma bisogna vedere la cosa, a mio avviso, da un altro punto di vista.
Le persone non sono un costo, sono un investimento.
Come si fa fruttare un investimento
Come si fa fruttare un investimento di questo tipo?
Le risposte sono molteplici, molte delle quali attengono alla sfera del benessere delle persone.
Chi si sente apprezzato, correttamente retribuito rispetto alla mansione e occupato in attività che permettono di sviluppare competenze e potenziale è, mediamente, più felice.
Una persona felice lavora meglio.
Quando si lavora meglio si performa di più e questo si traduce in maggiore ricchezza per l’azienda, sia in termini di know-how, che di sviluppo, che di fatturato.
Il tempo-lavoro, quindi, è molto produttivo.
Semplice no? Non proprio.
In questo post non vi parlerò di come rendere più felici i vostri dipendenti acquistando sedute più comode o mettendo aria condizionata anche nelle toilette o semplicemente concedendo lo smart working.
Voglio invitarvi ad una riflessione più profonda esaminando il rapporto che esiste tra la performance di un impiegato e i flussi di lavoro con cui è quotidianamente alle prese.
Un esempio di tempo-lavoro
Un esempio semplice per chiarire: fingiamo che la nostra “Persona”, impiegata in un normale ufficio amministrativo, debba occuparsi di gestire gli acquisti, la loro evasione da parte dei fornitori e l’iter di pagamento delle fatture passive.
L’azienda per cui “Persona” lavora ha molti fornitori, alcuni nazionali ed altri esteri e il traffico di documentazione dell’intero processo “acquisto > controllo delle forniture > pagamento” è complesso ed elevato.
“Persona”, ogni giorno, è costretta a barcamenarsi fra informazioni di diversa provenienza e genere: deve riportare i dati a mano all’interno di interfacce diverse (gestionali, fogli di calcolo), deve appuntarsi in agenda scadenze e note varie e spesso è costretta a verifiche telefoniche o via email rispetto alla conformità dei dati che le arrivano.
“Persona” è brava nel suo lavoro: ha ottime doti organizzative, una buona memoria e delle competenze che le permetterebbero di poter dare di più all’Azienda e anche a sè stessa.
Purtroppo però “ha solo due mani” e un numero limitato di ore a disposizione, così passa tutto il suo tempo ad occuparsi di un lavoro monotono e inutilmente farraginoso invece di sfruttare il suo potenziale.
Domanda
- Domanda: se a “Persona” fosse offerto un lavoro più interessante, quante probabilità ci sono che decida di restare al suo posto?
I dati post-pandemia parlano chiaro: poche. Le persone sono sempre più alla ricerca non solo di un migliore trattamento economico, ma anche di una maggiore qualità della vita sul lavoro, quindi anche di maggiore soddisfazione. - Domanda: se “Persona” abbandonasse il suo posto, a quanto ammonterebbe il costo della sua sostituzione? Sarebbe un costo molto elevato, perché è necessario calcolare non solo la RAL, ma una serie di competenze “incalcolabili”: la conoscenza delle dinamiche interne, dei fornitori, dello storico delle operazioni… sono tutte caratteristiche che per essere acquisite da una nuova persona richiederebbero mesi se non anni, quindi moltissimo tempo-lavoro. Ammesso di trovare qualcuno in grado di farlo.
- Domanda: quanto è conveniente, per un’Azienda, permettere che il capitale economico rappresentato da “Persona” vada in fumo?
Riflessione
Una riflessione a questo punto è doverosa.
Siamo davvero sicuri di calcolare correttamente il tempo-lavoro?
Probabilmente no: la forbice di valore che c’è fra “quello che Persona fa” e “quello che Persona potrebbe fare” è molto più ampia di quanto appaia e questo si traduce inevitabilmente in uno sbilanciamento a favore di un alto investimento a fronte di un basso riscontro.
In altri termini: se Persona impiega 8 ore, ogni giorno, per svolgere compiti a basso impatto invece che ad alto rendimento, è come pagare per avere un aereo per poi andare dall’altra parte del mondo a dorso di mulo. Non è affatto efficiente. Ed è anche antieconomico.
Come intervenire sul tempo-lavoro
Come intervenire per far sì che il tempo-lavoro sia un buon investimento?
Con l’ottimizzazione dei flussi ora possibile grazie all’informatica.
Digitalizzare quanto più possibile i flussi libera moltissimo tempo-lavoro che si può impiegare per ottenere maggiori risultati nel business. Lo dicono i fatti.
Se volete sapere come la digitalizzazione può rendere molto più profittevole, concretamente, l’investimento sulle persone, non avete che da chiamarci!
Elena Iseni
Resp. Mkt Nubys