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SLOP: dallo spam all’AI.

slop

Indice dell'articolo

“Slop” deriva dall’inglese e originariamente si riferiva a liquidi o materiali semi-liquidi che traboccano o vengono sprecati. Nella lingua inglese, “slop” può indicare anche un cibo liquido o semi-liquido di scarsa qualità, spesso destinato agli animali. Col tempo, il termine ha assunto significati più ampi, includendo qualsiasi tipo di spreco o inefficienza.

Un po’ come fu per il termine SPAM, la cui etimologia affonda nell’immaginario televisivo e non in quello informatico (qui un approfondimento), anche il termine SLOP arriva da “fuori” per descrivere un fenomeno in crescita su Internet.

Slop: oltre la shittification

Che internet sia diventato una “malebolgia dantesca” di link rotti, pagine introvabili, hypertesti senza uscita, contenuti “discutibili” e social in declino, è un dato di fatto. Basta farsi un giro online, non occorre essere analisti e filosofi dell’information technology per rendersene conto.

Lo SLOP, in questo, risulta essere come una proprietà emergente del sistema, da quando sulla scena sono comparse le AI generative.
Nella fase appena precedente, infatti, i contenuti “spazzatura” (fake news, contenuti inutili o dannosi, ecc) erano creati da qualcuno in modo intenzionale, non c’era una generazione automatica di questi dati.
Lo slop su Internet quindi si riferisce alla proliferazione di contenuti generati automaticamente dalle AI, spesso senza controllo di qualità o supervisione umana. Questo include articoli, post sui social media, immagini, video e altre forme di contenuto digitale creati da algoritmi di AI senza un’intenzione o un controllo umano chiaro. Questi contenuti spesso si traducono in una sovrabbondanza di informazioni di bassa qualità, inaccurate o addirittura dannose.

Le AI ci sommergono di spazzatura

Un utente su un mucchio di spazzatura (img generata con AI)

La questione è serissima, perché se da un lato stiamo già assistendo ad un allontamento di un certo tipo di pubblico (professionale) dai sistemi generativi come GPT o Gemini, in favore di modelli di ricerca più tradizionali (perché la scarsa qualità non premia l’adozione cieca di queste tecnologie), dall’altro abbiamo però una larghissima fetta della popolazione che non ha gli strumenti – culturali ma anche cognitivi – per riuscire a distinguere un contenuto falso da uno attendibile.

SLOP: implicazioni principali

Le principali implicazioni di questo fenomeno sono quattro:

Qualità dell’Informazione

La sovrabbondanza di contenuti generati automaticamente può ridurre la qualità complessiva delle informazioni disponibili online. Gli utenti possono avere difficoltà a distinguere tra contenuti accurati e disinformazione, il che può portare a una maggiore diffusione di notizie false e informazioni fuorvianti.

Sicurezza e Privacy

Le AI generative possono essere utilizzate per creare contenuti dannosi, come deepfake, spam e truffe online. Questo aumenta i rischi per la sicurezza e la privacy degli utenti, poiché i contenuti malevoli possono essere diffusi rapidamente e in grande quantità.

Esperienza dell’Utente

La presenza di un gran numero di contenuti di bassa qualità può deteriorare l’esperienza dell’utente su Internet. Gli utenti possono sentirsi sopraffatti dalla quantità di informazioni disponibili e trovare difficile identificare contenuti rilevanti e di alta qualità.

Impatto Economico

Le aziende che si basano su contenuti di qualità per attrarre utenti possono subire perdite economiche a causa della concorrenza con contenuti generati automaticamente che possono inondare il mercato e diluire il valore percepito dei contenuti professionali.

SLOP: come arginarlo e gestirlo

Nel mare in tempesta di internet, bisogna stare attenti a non affondare
(img generata con AI)

La migliore contromisura allo slop resta sempre la stessa: la conoscenza.
L’alfabetizzazione informatica e digitale deve diventare una priorità, dai provati alle aziende.
E’ del tutto impensabile immaginare un futuro in cui l’informatica e lo sviluppo tecnologico possono davvero essere produttivi e positivi per la società, se ci ostiniamo a non formare le persone al loro uso corretto e responsabile. Stiamo mettendo “armi cariche senza sicura” in mano a milioni di “bambini inconsapevoli” sia dei rischi che delle ripercussioni micro e macroscopiche delle loro azioni online.

Secondo, ma non meno importante, l’intervento normativo.
Sviluppare regolamentazioni e linee guida per l’uso delle AI generative potrebbe includere norme sull’etica della creazione di contenuti, la trasparenza sull’uso delle AI e la responsabilità per la diffusione di contenuti dannosi o inaccurati.
Per usare un’altra immagine colorita, le istituzioni stanno cercando di “chiudere la stalla”, ma dobbiamo essere intellettualmente onesti e prendere atto che “i buoi sono scappati dalla stalla” da un bel pezzo.

Conclusione

Il fenomeno dello slop su Internet dovuto alle AI generative rappresenta una sfida complessa e multidimensionale: sebbene le AI generative offrano enormi potenzialità per la creazione di contenuti, è fondamentale affrontare le inefficienze e i rischi associati. Attraverso un approccio combinato che includa miglioramenti tecnologici, supervisione umana, regolamentazioni e educazione degli utenti, è possibile mitigare gli effetti negativi dello slop su Internet e promuovere un ambiente digitale più sano e affidabile.

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