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CineNerd: puntata 4 – La grande scommessa

la grande scommessa

Indice dell'articolo

Per la puntata di oggi della rubrica CineNerd, vi propongo un film davvero interessante che apparentemente non ha nulla a che vedere con l’informatica.

>>> CineNerd “La Grande Scommessa” (2015, Adam McKay) <<<

Da Bruce Wayne a Michael Burry: solo Bale può così bene.

“La grande scommessa” racconta delle fasi precedenti e dell’esplosione della bolla immobiliare americana del 2007/2008, seguendo tre gruppi distinti di persone che alla fine guadagnano dal caos miliardi di dollari perché hanno scommesso (da qui il titolo) che il mercato sarebbe crollato nel secondo trimestre del 2007.

Vi starete chiedendo questo cos’abbia a che fare con l’ICT.
Tralasciando un attimo che TUTTO a che fare con l’ICT, soprattutto le operazioni sui mercati (effettuate attraverso sistemi informatici che basano la loro efficienza prima di tutto sull’incredibile velocità nella compravendita, per lo più automatizzata e oggigiorno gestita anche da AI molto scaltre), il punto interessante che dovrebbe far accendere una lampadina nella testa di ogni attento osservatore è come i protagonisti siano arrivati a capire che sarebbe accaduto quel che è accaduto.

Preveggenza? Fortuna? No, numeri e capacità di visione globale.

Data driven e non “fondoschiena” driven

Il personaggio interpretato da Christian Bale in particolare (Michael Burry, eccentrico manager di un hedge fund), è il primo a rendersi conto guardando i numeri che la situazione sta per esplodere.
Si rivolge a numerose banche puntando centinaia di milioni di dollari contro il mercato e viene sempre deriso perché sono tutti graniticamente convinti che abbia torto, che sia un pazzo, che il mercato sia solidissimo e che ci rimetterà “la camicia” scommettendo su un tonfo “inconcepibile”.

Burry si è fatto 2,69 miliardi di dollari di risate…

Ma lui aveva visto la verità sotto alla cortina fumogena di dati mai analizzati davvero, sui cui invece si basavano le convinzioni degli altri.
Per dirla in altri termini: il suo business era davvero data-driven, cioè la sua capacità di mettere insieme dati anche apparentemente scollegati tra di loro gli ha permesso di fare il passo indietro necessario per vedere che il quadro che veniva dipinto di solidità del mercato era in realtà pronto ad esplodere.
L’analisi dei dati gli ha mostrato, cristallina, la verità.

La morale che ogni imprenditore dovrebbe cogliere

La morale che ogni imprenditore dovrebbe cogliere da un film come questo non è tanto che se sei in gamba a giocare in borsa “ti fai i big money”: sarebbe davvero banale.
La morale vera, per me, è che per poter agire preventivamente ed investire sul serio con cognizione di causa si deve avere il quadro globale della propria situazione. Non c’è altra via.

Infilare delle decisioni di business vincenti non deve mai essere una questione di fortuna.
Non si può affidare il futuro della propria impresa alla sorte, bisogna cercare di costruirsi un metodo che permetta di poter essere solidamente lungimiranti.
Nei periodi di “vacche grasse” è più facile fare le scelte: anche quelle sbagliate si recuperano abbastanza velocemente. Nei periodi più “magri” bisogna affidarsi all’unica cosa che non mente mai: i numeri.

Scoprite con Nubys come l’efficientamento dei processi può mettervi a disposizione tutti i numeri e le analisi necessarie per poter prendere le decisioni migliori per il vostro business.

Elena Iseni
MKT & Comunicazione Nubys

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