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Economia circolare e transizione digitale

economia circolare

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Economia circolare e transizione digitale: siamo tra l’incudine e il martello.

Stiamo, purtroppo, correndo a gran velocità verso un mondo irreparabilmente inquinato, dipendente dai combustibili fossili e che regge la propria economia sulla continua produzione di nuovi beni.
L’imperativo è produrre, produrre, produrre.

I vari tentativi di inversione della rotta, tralasciando i tempi biblici di attuazione, appaiono al più interventi di facciata che realmente strutturali, a cui manca una visione reale a lungo termine.
Soprattutto, sono interventi che anche se attuati coinvolgono solo alcuni paesi e non sono protocolli e manovre estese a livello globale.

Prendete la “messa al bando” delle auto a benzina prevista per il 2035 in EU.
Io mi auguro che abbiano qualche “coniglio nascosto nel cilindro” di cui noialtri non sappiamo nulla, perché allo stato attuale l’alimentazione elettrica dell’intero parco auto europeo tramite energia elettrica è fuori discussione per talmente tante ragioni che ci vorrebbe un articolo a parte.

economia circolare e transizione digitale
Un po’ lento, ma sempre efficiente. E la ricarica a biada è comunque più sostenibile della corrente elettrica.
(Foto di Walter Frehner da Pixabay)

Economia circolare: il sistema che piace al pianeta e alla finanza

In un quadro di questo tipo, si sta cercando di puntare verso un’economia più circolare, dove i beni non finiscono in quelle terribili discariche che si vedono dallo spazio, ma vengono rigenerati o riciclati, abbassando quindi la richieste di nuove materie prime vergini (dal cotone, al petrolio, alle terre rare).

economia circolare e transizione digitale: la discarica nel deserto di atacama, cile
La terribile discarica di abiti usati nel deserto di Atacama – Cile,
ripresa da satellite nel 2023 (fonte: Skyfi)

Come rientra questo discorso con quello, a sua volta attualissimo, della transizione digitale?

L’intersezione tra l’economia circolare e la transizione digitale rappresenta una sfida e un’opportunità senza precedenti per le imprese e la società nel suo complesso. Questi due concetti, sebbene distinti, convergono in modi che possono ridefinire la nostra economia, la produzione e il consumo di risorse.

Vediamo i pro e i contro nel rapporto fra la tecnologia, l’ecologia e l’economia.

Economia circolare e transizione digitale: i pro

Iniziamo con i fattori positivi, cioè l’aiuto che la transizione al digitale può fornire ad un sistema di economia circolare:

  1. Efficienza nell’utilizzo delle risorse: La transizione digitale consente di monitorare e gestire in modo più efficiente le risorse materiali attraverso tecnologie come l’Internet delle Cose (IoT) e l’analisi dei dati. Ciò può portare a una maggiore efficienza nella gestione delle risorse e alla riduzione degli sprechi. Produrre la quantità giusta abbattendo il superfluo.
  2. Design circolare: La digitalizzazione offre strumenti per sviluppare prodotti e servizi con un design circolare in mente. Ciò significa che i prodotti sono progettati per essere facilmente riparabili, aggiornabili o riciclabili, contribuendo così a ridurre il flusso di rifiuti.
  3. Tracciabilità e Trasparenza: Le tecnologie digitali, come la blockchain, consentono una maggiore tracciabilità lungo l’intera catena di approvvigionamento. Questo aumenta la trasparenza e può aiutare a prevenire la produzione e la vendita di prodotti contraffatti o non sostenibili.
  4. Economia dei servizi: La digitalizzazione favorisce il passaggio da un modello basato sulla vendita di beni a un modello basato sulla fornitura di servizi. Ciò può contribuire a ridurre la quantità di risorse utilizzate, poiché le aziende si concentrano sulla fornitura di valore piuttosto che sulla produzione di beni.

E’ chiaro che un approccio del genere richiede una revisione radicale dei nostri sistemi produttivi, manageriali e di cultura del consumo. Una vera rivoluzione copernicana rispetto al capitalismo consumista e sprecone che ha caratterizzato la nostra storia dal secondo dopoguerra ad oggi.

Attenzione al tranello: si sente in giro spesso che “i nostri nonni aggiustavano e non sprecavano”, come se la loro fosse una scelta “etica” e “rispettosa dell’ambiente”. E l’altro grande evergreen: “una volta le cose DURAVANO”.
No, lo facevano perché non avevano il denaro per gettare via il vecchio in favore del nuovo: era sopravvivenza e non ecosostenibilità e lo sapevano anche le aziende produttrici. Avevano, bontà loro, la stessa lungimiranza dei moscerini della frutta. Tant’è vero che appena le condizioni economiche sono migliorate negli anni ’60… beh, il risultato ce l’abbiamo sotto agli occhi ogni giorno.
La qualità è scesa con la stessa velocità con cui le aziende hanno immesso sul mercato prodotti sempre più all’avanguardia. Fino alla famigerata obsolescenza programmata.

E tutti i nati dalla generazione X in poi ringraziano.

Economia circolare e transizione digitale: i contro

Dove ci sono PRO, ci sono CONTRO. E’ inevitabile.

  1. Consumo di Energia: La digitalizzazione richiede una quantità significativa di energia, specialmente per alimentare server e data center. Questo ha un impatto negativo sull’ambiente, a meno che l’energia non sia prodotta da fonti rinnovabili. Inoltre, le nuove tecnologie come le AI sono incredibilmente energivore e richiedono materie prime la cui produzione è mostruosamente dannosa per l’ambiente. Un esempio sono le terre rare, necessarie per la produzione di apparati tecnologici, dagli smartphone alle turbine eoliche.
  2. E-waste: La rapida obsolescenza dei dispositivi digitali e l’accelerato ciclo di vita dei prodotti elettronici contribuiscono all’aumento dei rifiuti elettronici (e-waste). Gestire in modo sostenibile l’e-waste è una sfida critica, perché ad oggi non esiste un sistema strutturato che recuperi il più possibile da questo tipo di scarto. Inoltre veniamo da decenni di crasso spreco in cui era più conveniente “cambiare la stampante” rispetto ad acquistare un nuovo toner o un pezzo di ricambio come una banale cinghia di trascinamento.
  3. Sicurezza Informatica: La digitalizzazione espone le aziende a minacce di sicurezza informatica. La protezione dei dati e la prevenzione degli attacchi informatici richiedono risorse significative e competenze specializzate. La digitalizzazione sta trasformando il mondo del lavoro nel suo complesso e reagire ai cambiamenti partendo dalla formazione delle nuove generazioni è imperativo.
  4. Divario digitale: La transizione digitale può portare a un divario digitale tra chi ha accesso a tecnologie avanzate e chi no. Ciò potrebbe escludere alcune persone o comunità dal beneficiare delle opportunità dell’economia circolare digitale. La “fine della corsa” dei prodotti, quindi, potrebbe continuare ad essere l’insieme di nazioni meno sviluppate, che grazie alla complicità di una politica corrotta, scarica sulle spalle di questi gruppi quello che potremmo definire “l’avanzo dell’avanzo dell’avanzo”. Il divario esistente è già enorme e rischia di allargarsi sempre di più.

In conclusione

Fin dagli anni ’50, fior di studi sociologici hanno evidenziato come molte persone continuino a portare avanti comportamenti deleteri per sè e la società perché “gli altri lo fanno” e “finché gli altri lo fanno, perché io dovrei smettere?”. Si chiama “influenza normativa”.

Tra le tante opportunità offerte dalla trasizione digitale, abbiamo anche quella di ottimizzare le risorse che utilizziamo, grazie all’analisi dei dati. Continuare a fare come si è sempre fatto è sempre meno una strada realistica: sta ad ognuno di noi impegnarsi, un pezzo alla volta, per migliorare il mondo.


Elena Iseni
Mkt & Comm Nubys

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